Silvio Destro,presidente del movimento Contra Tenebras

Il movimento di proposta culturale Contra Tenebras è costituito dal presidente Silvio Destro, dal vicepresidente Massimiliano Primon,dal segretario Paolo Zaffonato e da alcuni altri soci.

Il movimento si dichiara apartitico e si propone di dare spazio alle versioni cosiddette "controcorrente" e si pone altresì contro le scelte messe in atto dalle istituzioni pubbliche e private, dai partiti e dagli stessi elettori

Il pensiero unico politicamente corretto è ovunque dominante: esso silenzia, diffama e delegittima chiunque osi pensare diversamente.

Silvio Destro presenta l'associazione “CONTRA TENEBRAS”  

 

A  me  piace  definire  CONTRA  TENEBRAS  un  movimento  di proposta  culturale.Un movimento  di  persone  che  si  sono  associate  per  mettere  a  disposizione  energie, progetti,  aspirazioni,  anche risorse,  allo  scopo  di fare  opinione,  di  sensibilizzare l’opinione pubblica,  condividendo  la  stessa  interpretazione  della  realtà  elaborata  a partire  dalle  loro convinzioni.  La  denominazione  CONTRA  TENEBRAS  prelude  allo scopo  di  fare  luce  tra  le  tenebre,  che  sono  calate nella  storia  degli  uomini  del  21° secolo. Le tenebre si sono stabilite nella storia umana non appena si è fatto largo il dogma secondo cui l’uomo si sia auto creato, si sia auto plasmato e con ciò si possa autodeterminare.Noi    pensiamo    invece    che    l’uomo   possa,    anzi    debba, auto disciplinarsi, nella conoscenza della propria vera natura e che non possa ergersi ad unica divinità. Tutti i nostri mali derivano da porre il sé sopra tutto, sopra a Dio, sopra a qualsiasi cosa e sopra a chiunque altro. Con l’adorazione del sé gli uomini e le  donne  di  quest’epoca  hanno  posto  la  MATERIA,  prima  ed  al  di  sopra  dello SPIRITO.  Con  l’adorazione  del  sé  gli  uomini  hanno  creduto  la  MATERIA,  assoluta garanzia  del  loro  benessere  immediato  e  infinito,  seguendo  produttori  di  beni, servizi  e  spettacoli  che  somministrino  loro  quanto desiderato.  Venerando  il  sé,  si nega l’altro, negando l’altro, viene negato il prossimo, quindi il legame con il proprio popolo,  la  propria  comunità  e  la  propria  famiglia. Subito  dopo  viene  negato  il legame  naturale  ed  ineluttabile  con  la  propria  terra.  Questo dogma  si  è  fatto  largo ed  è  unanimemente  osannato  attraverso  il  diabolico progetto  che  vuole  cancellare la  storia,  la  cultura,  la  tradizione,  la  dignità  e l’identità  dei  popoli,  generando individui isolati, che si contorcono e si ritorcono nelle grandi complessità moderne, e che  come  tali  non  possono  che  essere  asserviti  ad  una  intelligenza  distruttrice  che ora  pare  invincibile  e  che  è  l’architetto  del  progetto.  La negazione  del  concetto  di nazione,  prevede  l’elevazione  del  sé,  dell’individuo,  sopra  la  comunità,  sopra  il popolo, col nascosto fine di sottrarre ai diversi Stati Nazionali e quindi alle comunità, al  popolo,  alla  nazione,  il  potere  coercitivo,  la  sovranità;  per  l’intelligenza  era particolarmente ambita la sovranità monetaria che ha acquisito senza pagare pegno grazie  ad  una  classe  politica,  intellettuale  ed  imprenditoriale  di  venduti,  presenti nelle istituzioni pubbliche e private, nelle banche nelle università, nei partiti politici, nelle  testate  d’informazione,  i  quali  si  sono  guadagnati  tutti  un  meritato  posticino nella  trave,  ovvio  e,  spero  molto  prossimo,  epilogo di  questa  parte  di  storia dell’umanità.  La  conseguenza  di  chi  si  pone  sopra  tutto non  è  solo  l’arroganza  e molto altro, ma ciò che più è devastante è la perdita di qualsiasi riferimento che non sia sé stessi, che comporta la perdita dei valori autentici ed eterni. Chi perde i valori perde l’umanità e ritengo che  per un essere umano perdere  umanità non significhi accostarsi allo stato di animale, bensì divenire demone. Identifico questa intelligenza nella  MASSONERIA,  termine  inconfessabile  che  faremo bene  ripetere  molte  volte per  ricordarcelo,  che  nell’ombra  governa  e  controlla  politica,  finanza  ed  istituzioni. Intelligenza  che  con  sagacia  sta  preparando  un  saccheggio  di  vite  umane  e  di ricchezze  per  sé  ed  un  avvenire  di  stenti  e  di  morte,  per  gli  altri  e  per  l’intera 

creazione. La MASSONERIA è composta da persone votate al male, prima, durante e dopo la vita, che hanno come fine il MALE ASSOLUTO quello vero, caotica rete che si estende  e  si  espande  su  tutto  il  globo,  ma  che  qui a  Vicenza,  ha,  lo  sappiamo,  un punto  nevralgico  e  di  riferimento  a  livello  nazionale.  Questa  intelligenza,  che  già abbiamo  svelato  essere  la  MASSONERIA,  obbliga  tutti ad  inginocchiarsi  davanti  ad un   altro   altare:   la   democrazia,   retta   da   un   consenso   della   maggioranza, artificiosamente preconfezionato dalla minoranza, che lo impone quale generale ed auto alimentante pensiero a cui la generalità dei soggetti deve adeguarsi. Il blasfemo altare   si   autodefinisce   democratico,   ma   democratico non   è,   perché   tanto   la MASSONERIA  è  presente  in  tutti  i  partiti,  opera  alla  stessa  maniera  e  giunge  alle identiche conclusioni, qualsiasi sia lo schieramento vincitore risultante dallo spoglio. Si  autodefinisce  pluralista,  ma  pluralista  non  è,  perché  non  ammette  letture  e testimonianze  contrarie.  Si  autodefinisce  tollerante,  ma  tollerante  non  è,  perché non sopporta tesi diverse e chi è portatore di queste ultime tesi viene emarginato. La   partitocrazia   è   costretta   ad   attingere   al   grande deposito   del   consenso, genuflettendosi, per poter avere un ruolo anche minimo all’interno delle istituzioni pubbliche.  Chi  infatti  non  aderisce  al  dettato  non può  prendere  parte  tra  le alternative   propagandabili   agli   elettori.   Perciò   l’esercizio   del   voto   si   prona all’inganno, tanto da assurgere a status di furto, attribuibile a chi ne è beneficiario. Chi persiste nell’andare al voto dimostra di far parte di una di queste tre categorie: la  prima  e  più  folta,  quella  che  dalla  fornitura  del  voto  viene  retribuito  attraverso posti di sussistenza o di lavoro, o che partecipa direttamente alla mescita di regalie, tangenti e vitalizi; la seconda, anch’essa sterminata, che parzialmente si sovrappone alle  altre  due  e,  sotto  sotto,  ritiene  che  rifugiandosi  nel  proprio  micro  sistema economico, in qualche modo costruito, si possa salvare da un apparato pubblico che con  voracità  erode  quote  che  si  avvicinano  sempre  di  più  al  100%  di  quanto realizzato; la terza, non tanto meno numerosa, è quella degli ignari, che sono divisi da  una  democrazia,  che  pare  offrire  schieramenti  avversari  tra  di  loro,  che  poi  si rivelano  in  combutta  e  d’accordo  nello  spartire  la “torta”,  di  fatto  consegnata  loro anche da questi ignari, male informati, ma tuttavia disattenti e superficiali. Da ciò ha origine   il   nostro   Parlamento,   moderna   ed   italiana   babilonia,   che   reitera   le meschinità di 100 anni fa, moltiplicate per 1000. Non ci si lusinghi però che  questa realtà  sia  circoscritta  a  Roma,  a  Palermo, a  Caserta,  a  Napoli:  non  mi  risulta  che  qui siamo  in  provincia  di  Roma,  né  di  Palermo,  né  di  Caserta,  né  di  Napoli,  perché  in quella  di  Vicenza  non  si  impedisce  che  qualche  presidente  di  qualche  consorzio percepisca  stipendi  uguali  a  quelli  di  un  deputato e  che  il  10%  di  tale  lauta retribuzione vada ai partiti che l’hanno sponsorizzato nell’ottenimento di tale carica. Cose  di  questo  tipo  non  fanno  notizia,  sono  prassi. Ciò  dovrebbe  convincere  che spinte  separatiste  da  questa  povera  italia,  comprensibilmente  molto  forti  qui  in veneto,  se  poi  dovessero  realizzare  metodi  di  governo  simili,  non  ne  avremmo grande  beneficio.  Evito  poi  di  citare  gli  innumerevoli  casi  che  hanno  dignità  di palcoscenico  nel  racconto  mediatico,  che  rapidamente  vengono  sostituiti  da  nuovi, anche con questo per essere “insabbiati e sepolti”.Mi limito a  ricordare i drammi, raggiunti in costanza di democrazia, che quotidiana mente vive la gente, in primis le molte paure: la paura della perdita del lavoro, sia per i datori di lavoro, sottoposti al pericolo di dover chiudere la propria attività, sia per i lavoratori di aziende in crisi o per  i  disoccupati  alla  ricerca  di  un  lavoro;  la  paura  per  la  propria  sicurezza  ed incolumità  che  cresce  proporzionalmente  con  l’entrata  indiscriminata  di  flussi immigratori; la paura per la permanenza del proprio tenore di vita, che va, per molti, ineluttabilmente a deteriorarsi con il calo del potere d’acquisto. Assieme alle paure crescono le ire: prima di tutto l’aumento delle diseguaglianze sociali conseguenti alle dinamiche  economiche  su  scala  planetaria;  la  maggiore  attenzione  prestata  dalle istituzioni  verso  gli  stranieri  rispetto  che  gli  italiani;  i  tanti  fallimenti  nei  rapporti familiari;  le  difficoltà  relazionali  negli  ambienti lavorativi  oramai  ridottisi  a  “lagers” perpetrati  all’interno  di  “bunkers”.  Con  lo  sgomento  provocato  da  tutti  gli  annosi problemi, di cui si è fatto breve e carente elenco siamo giunti al punto che la parte dell’elettorato  più  sana  sia  quella  che  sistematicamente  rinunci  a  frequentare  le urne. Almeno costituisce buon segno la diminuzione costante del numero di elettori che   si   presenta   agli   appuntamenti   elettorali,   perché   sempre   più   persone comprendono che il consenso generale non possa risolvere i loro problemi e che la classe politica che, via via, si va selezionando crei problemi alla collettività, piuttosto che  risolverglieli.  Dopo  il  sé  e  la  democrazia,  la comunicazione  mediatica  è  l’ultima espressione trinitaria della nostra epoca, la quale comunicazione in massima parte è falsa  ed  artefatta.  La  mente  della  gente  in  realtà è  occupata  abusivamente  dalla FALSA  VERITA’.  La  menzogna  quotidianamente  inoculata  nell’apparato  circolatorio della  gente  sembra  più  forte,  del  realizzare  che  i tanti  mali  siano  strettamente connessi con le tre deità, forse perché la menzogna attrae, mentre la verità è noia. D’altronde chi non si è “venduto” non ha spazio e non ha voce e per lui non ci sono occhi,  non  ci  sono  orecchie  e  non  ci  sono  pensieri che  a  lui  facciano  riferimento. CONTRA  TENEBRAS  invece  sa  che  l’attuale  società  sia circondata  da  una  coltre  di menzogna,  pertanto  suo  compito  principale  è  quello di  dare  voce  ad  opinioni  che, rispetto al pensiero unico dominante, sono opposte,con la finalità di ri-orientare le menti delle persone non ancora colluse. Questo è ilminimo comune denominatore di coloro che hanno aderito a CONTRA TENEBRAS. Questo è l’unico vincolo richiesto per  entrare  in CONTRA  TENEBRAS.  Dentro  ognuno  può  esprimersi  facendo  attività politica, allo scopo di proporre i propri ideali e le proprie soluzioni alla popolazione. Ognuno  può  compiere,  sotto  l’egida  di  CONTRA  TENEBRAS,  iniziative  secondo  le proprie  attitudini  e  preferenze,  in  autonomia,  con le  disponibilità  proprie  e  di CONTRA  TENEBRAS.  E’  con  tale  indipendenza  che  l’associazione  potrà,  tra  le iniziative  da  essa  realizzate,  anche  contraddirsi  essendo  promosse  da  militanti distinti,  poiché  l’associazione  è  sorta  per  seguire i  soci  che  in  essa  vi  militano,  non viceversa, come accade nei partiti, dove sono i militanti che affannosamente devono seguire  il  partito.  Tutto  ciò  può  accadere  in  CONTRA  TENEBRAS  perché,  come previsto   espressamente   dallo   Statuto,   la   sua   denominazione  come   pure   le denominazioni  che  si  daranno  alle  singole  attività svolte,  non  potranno  in  alcuna maniera  ed  in  alcuna  situazione  essere  adoperate  in ambito  di  competizioni elettorali. Ai nostri aderenti non è vietato far parte di movimenti politici, ma dentro CONTRA  TENEBRAS,  non  vogliamo  si  creino  meccanismi propri  dei  partiti  dove fazioni ed arrivismi anche di piccolo cabotaggio, li dilaniano e dove, al posto di fare politica,    dirigenti    e    militanti    perdono    il    tempo    con    intrallazzi    di    corte, delegittimandosi  a  vicenda.  Noi  vogliamo  fare  vera e  pura  politica.  Noi  possiamo farlo perché lottiamo contro il consenso, proponendo il nostro dissenso, perché non dobbiamo occupare posti, con tutto ciò che ne consegue, perché noi non dobbiamo attingere  dal  grande  deposito  del  consenso,  noi  andiamo  ad  attingere  altrove,  a trovare la LUCE. 

Contra Tenebras diffonde la Carta di Vicenza firmata il 6 dicembre 2015 da associazioni maschili, antifemministe e di padri separati

Contra Tenebras ci invia la Carta di Vicenza, documento che riunisce associazioni maschili, antifemministe e di padri separati e che difende l'istituto della famiglia, quale società naturale fondante la comunità umana. Facciamo un cenno sui sottoscrittori che rappresentano, nell'ordine, vari "blog" esistenti su internet, come "Femdominismo" di Mauro Recher, "Forum Questione Marchile.org" di Cosimo Tomaselli e, su facebook, "Condizione Maschile e Antifemminismo" di Renato Dragonetti; associazioni di padri separati come la "GeSeF" di Elvia Ficarra, al momento unica donna aderente, ma che prevediamo non resti sola dato che sicuramente si aggiungeranno altri firmatari e firmatarie; associazioni maschili come il Movimento Maschile Italiano di Vincenzo Spavone, Uomini Beta di Fabrizio Marchi e Uomini 3000 di Rino Della Vecchia con Armando Ermini, ex Presidente dell'Associazione Maschi Selvatici; associazioni culturali come la nostra e Provita ONLUS di Antonio Brandi e Alessandro Fiore.

 

Le analisi elaborate da questi aderenti sono opposte alla comune versione che più spesso si sente su temi riguardanti i rapporti femmina/maschio, la sessualità, i rapporti coniugali, l'impostazione della famiglia e la legislazione sul diritto di famiglia. La Carta ha, quale origine, il convegno tenutosi a Vicenza nel dicembre del 2015 dal titolo "Parole degli Uomini sulla Famiglia e sull'Umanità", quando, in due giornate di lavori si sono succeduti undici relatori, tra i quali gli esponenti prima menzionati. In allegato si riporta integralmente il documento affinché se ne conoscano i contenuti.

Ecco la "carta di Vicenza"

Nella convinzione che la discussione e l'informazione delle tematiche maschili debba ispirarsi e rispettare i principi e i valori su cui si radica la Carta Costituzionale, le Associazioni, gli Uomini e i Padri Separati, partecipanti al Meeting Nazionale di studi organizzato a Vicenza dall'Associazione Culturale Contra Tenebras sul tema "Parole degli Uomini sulla Famiglia e sull'Umanità", condividono i seguenti princìpi ed intenti:
• la Paternità è un Valore per la Famiglia e la Famiglia, evocata dalla nostra Costituzione all'art. 29 (La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio), è il Valore fondante della nostra Società Italiana;

• il riconoscimento che il grande valore dell'esperienza maschile con i suoi inviolabili diritti devono essere non solo garantiti ma anche sviluppati, aiutando ogni essere umano a superare quelle condizioni negative che impediscono di fatto il pieno esplicarsi della propria personalità;

• tutte le istituzioni, nazionali ed internazionali, devono proteggere l'Infanzia e. la Gioventù e promuovere l'educazione .e l'adeguata crescita umana, nonché obbedire ai princìpi stabiliti dalla Convenzione 0.N.U. del 1989 sui diritti del bambino ed in particolare al suo Diritto alla Bigenitorialità;

• l'abbandono, da parte degli Uomini, delle antiche posizioni autolesioniste per affrontare a viso aperto le sfida dei nuovi tempi e per avviare il libero racconto della propria esperienza al fine di ricostruire il prestigio, il valore ed i diritti degli Uomini in Famiglia e nella Società affinché si apra un confronto benevolo ma schietto con l'universo femminile a beneficio delle disorientate nuove generazioni e del futuro dell'intera collettività;

• richiesta ai Governi ed alle Istituzioni di appropriate misure legislative, amministrative, sociali ed educative allo scopo di salvaguardare i DIRITII di tutti senza condizionamenti e discriminazioni di sesso, di proteggere i bambini da qualsiasi forma di sfruttamento e strumentalizzazione e di sostenere la Paternità e la Maternità quali insopprimibili valori sociali.

Le Associazioni e le persone che, in rappresentanza delle stesse Associazioni, sottoscrivono il presente documento si impegnano, nelle forme e nelle modalità più congeniali per loro, a farsi parte attiva per sensibilizzare Istituzioni, Enti, mezzi d'informazione e opinione pubblica in generale sul rispetto e la promozione dei principi, dei valori e degli intenti qui propugnati.

Vicenza, 15 dicembre 2015

 

 

I firmatari della Carta di Vicenza

I firmatari della Carta di Vicenza

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