Il movimento di proposta culturale Contra Tenebras è costituito dal presidente Silvio Destro, dal vicepresidente Massimiliano Primon,dal segretario Paolo Zaffonato e da alcuni altri soci.
Il movimento si dichiara apartitico e si propone di dare spazio alle versioni cosiddette "controcorrente" e si pone altresì contro le scelte messe in atto dalle istituzioni pubbliche e private, dai partiti e dagli stessi elettori
Silvio Destro presenta l'associazione “CONTRA TENEBRAS”
A me piace definire CONTRA TENEBRAS un movimento di proposta culturale.Un movimento di persone che si sono associate per mettere a disposizione energie, progetti, aspirazioni, anche risorse, allo scopo di fare opinione, di sensibilizzare l’opinione pubblica, condividendo la stessa interpretazione della realtà elaborata a partire dalle loro convinzioni. La denominazione CONTRA TENEBRAS prelude allo scopo di fare luce tra le tenebre, che sono calate nella storia degli uomini del 21° secolo. Le tenebre si sono stabilite nella storia umana non appena si è fatto largo il dogma secondo cui l’uomo si sia auto creato, si sia auto plasmato e con ciò si possa autodeterminare.Noi pensiamo invece che l’uomo possa, anzi debba, auto disciplinarsi, nella conoscenza della propria vera natura e che non possa ergersi ad unica divinità. Tutti i nostri mali derivano da porre il sé sopra tutto, sopra a Dio, sopra a qualsiasi cosa e sopra a chiunque altro. Con l’adorazione del sé gli uomini e le donne di quest’epoca hanno posto la MATERIA, prima ed al di sopra dello SPIRITO. Con l’adorazione del sé gli uomini hanno creduto la MATERIA, assoluta garanzia del loro benessere immediato e infinito, seguendo produttori di beni, servizi e spettacoli che somministrino loro quanto desiderato. Venerando il sé, si nega l’altro, negando l’altro, viene negato il prossimo, quindi il legame con il proprio popolo, la propria comunità e la propria famiglia. Subito dopo viene negato il legame naturale ed ineluttabile con la propria terra. Questo dogma si è fatto largo ed è unanimemente osannato attraverso il diabolico progetto che vuole cancellare la storia, la cultura, la tradizione, la dignità e l’identità dei popoli, generando individui isolati, che si contorcono e si ritorcono nelle grandi complessità moderne, e che come tali non possono che essere asserviti ad una intelligenza distruttrice che ora pare invincibile e che è l’architetto del progetto. La negazione del concetto di nazione, prevede l’elevazione del sé, dell’individuo, sopra la comunità, sopra il popolo, col nascosto fine di sottrarre ai diversi Stati Nazionali e quindi alle comunità, al popolo, alla nazione, il potere coercitivo, la sovranità; per l’intelligenza era particolarmente ambita la sovranità monetaria che ha acquisito senza pagare pegno grazie ad una classe politica, intellettuale ed imprenditoriale di venduti, presenti nelle istituzioni pubbliche e private, nelle banche nelle università, nei partiti politici, nelle testate d’informazione, i quali si sono guadagnati tutti un meritato posticino nella trave, ovvio e, spero molto prossimo, epilogo di questa parte di storia dell’umanità. La conseguenza di chi si pone sopra tutto non è solo l’arroganza e molto altro, ma ciò che più è devastante è la perdita di qualsiasi riferimento che non sia sé stessi, che comporta la perdita dei valori autentici ed eterni. Chi perde i valori perde l’umanità e ritengo che per un essere umano perdere umanità non significhi accostarsi allo stato di animale, bensì divenire demone. Identifico questa intelligenza nella MASSONERIA, termine inconfessabile che faremo bene ripetere molte volte per ricordarcelo, che nell’ombra governa e controlla politica, finanza ed istituzioni. Intelligenza che con sagacia sta preparando un saccheggio di vite umane e di ricchezze per sé ed un avvenire di stenti e di morte, per gli altri e per l’intera
creazione. La MASSONERIA è composta da persone votate al male, prima, durante e dopo la vita, che hanno come fine il MALE ASSOLUTO quello vero, caotica rete che si estende e si espande su tutto il globo, ma che qui a Vicenza, ha, lo sappiamo, un punto nevralgico e di riferimento a livello nazionale. Questa intelligenza, che già abbiamo svelato essere la MASSONERIA, obbliga tutti ad inginocchiarsi davanti ad un altro altare: la democrazia, retta da un consenso della maggioranza, artificiosamente preconfezionato dalla minoranza, che lo impone quale generale ed auto alimentante pensiero a cui la generalità dei soggetti deve adeguarsi. Il blasfemo altare si autodefinisce democratico, ma democratico non è, perché tanto la MASSONERIA è presente in tutti i partiti, opera alla stessa maniera e giunge alle identiche conclusioni, qualsiasi sia lo schieramento vincitore risultante dallo spoglio. Si autodefinisce pluralista, ma pluralista non è, perché non ammette letture e testimonianze contrarie. Si autodefinisce tollerante, ma tollerante non è, perché non sopporta tesi diverse e chi è portatore di queste ultime tesi viene emarginato. La partitocrazia è costretta ad attingere al grande deposito del consenso, genuflettendosi, per poter avere un ruolo anche minimo all’interno delle istituzioni pubbliche. Chi infatti non aderisce al dettato non può prendere parte tra le alternative propagandabili agli elettori. Perciò l’esercizio del voto si prona all’inganno, tanto da assurgere a status di furto, attribuibile a chi ne è beneficiario. Chi persiste nell’andare al voto dimostra di far parte di una di queste tre categorie: la prima e più folta, quella che dalla fornitura del voto viene retribuito attraverso posti di sussistenza o di lavoro, o che partecipa direttamente alla mescita di regalie, tangenti e vitalizi; la seconda, anch’essa sterminata, che parzialmente si sovrappone alle altre due e, sotto sotto, ritiene che rifugiandosi nel proprio micro sistema economico, in qualche modo costruito, si possa salvare da un apparato pubblico che con voracità erode quote che si avvicinano sempre di più al 100% di quanto realizzato; la terza, non tanto meno numerosa, è quella degli ignari, che sono divisi da una democrazia, che pare offrire schieramenti avversari tra di loro, che poi si rivelano in combutta e d’accordo nello spartire la “torta”, di fatto consegnata loro anche da questi ignari, male informati, ma tuttavia disattenti e superficiali. Da ciò ha origine il nostro Parlamento, moderna ed italiana babilonia, che reitera le meschinità di 100 anni fa, moltiplicate per 1000. Non ci si lusinghi però che questa realtà sia circoscritta a Roma, a Palermo, a Caserta, a Napoli: non mi risulta che qui siamo in provincia di Roma, né di Palermo, né di Caserta, né di Napoli, perché in quella di Vicenza non si impedisce che qualche presidente di qualche consorzio percepisca stipendi uguali a quelli di un deputato e che il 10% di tale lauta retribuzione vada ai partiti che l’hanno sponsorizzato nell’ottenimento di tale carica. Cose di questo tipo non fanno notizia, sono prassi. Ciò dovrebbe convincere che spinte separatiste da questa povera italia, comprensibilmente molto forti qui in veneto, se poi dovessero realizzare metodi di governo simili, non ne avremmo grande beneficio. Evito poi di citare gli innumerevoli casi che hanno dignità di palcoscenico nel racconto mediatico, che rapidamente vengono sostituiti da nuovi, anche con questo per essere “insabbiati e sepolti”.Mi limito a ricordare i drammi, raggiunti in costanza di democrazia, che quotidiana mente vive la gente, in primis le molte paure: la paura della perdita del lavoro, sia per i datori di lavoro, sottoposti al pericolo di dover chiudere la propria attività, sia per i lavoratori di aziende in crisi o per i disoccupati alla ricerca di un lavoro; la paura per la propria sicurezza ed incolumità che cresce proporzionalmente con l’entrata indiscriminata di flussi immigratori; la paura per la permanenza del proprio tenore di vita, che va, per molti, ineluttabilmente a deteriorarsi con il calo del potere d’acquisto. Assieme alle paure crescono le ire: prima di tutto l’aumento delle diseguaglianze sociali conseguenti alle dinamiche economiche su scala planetaria; la maggiore attenzione prestata dalle istituzioni verso gli stranieri rispetto che gli italiani; i tanti fallimenti nei rapporti familiari; le difficoltà relazionali negli ambienti lavorativi oramai ridottisi a “lagers” perpetrati all’interno di “bunkers”. Con lo sgomento provocato da tutti gli annosi problemi, di cui si è fatto breve e carente elenco siamo giunti al punto che la parte dell’elettorato più sana sia quella che sistematicamente rinunci a frequentare le urne. Almeno costituisce buon segno la diminuzione costante del numero di elettori che si presenta agli appuntamenti elettorali, perché sempre più persone comprendono che il consenso generale non possa risolvere i loro problemi e che la classe politica che, via via, si va selezionando crei problemi alla collettività, piuttosto che risolverglieli. Dopo il sé e la democrazia, la comunicazione mediatica è l’ultima espressione trinitaria della nostra epoca, la quale comunicazione in massima parte è falsa ed artefatta. La mente della gente in realtà è occupata abusivamente dalla FALSA VERITA’. La menzogna quotidianamente inoculata nell’apparato circolatorio della gente sembra più forte, del realizzare che i tanti mali siano strettamente connessi con le tre deità, forse perché la menzogna attrae, mentre la verità è noia. D’altronde chi non si è “venduto” non ha spazio e non ha voce e per lui non ci sono occhi, non ci sono orecchie e non ci sono pensieri che a lui facciano riferimento. CONTRA TENEBRAS invece sa che l’attuale società sia circondata da una coltre di menzogna, pertanto suo compito principale è quello di dare voce ad opinioni che, rispetto al pensiero unico dominante, sono opposte,con la finalità di ri-orientare le menti delle persone non ancora colluse. Questo è ilminimo comune denominatore di coloro che hanno aderito a CONTRA TENEBRAS. Questo è l’unico vincolo richiesto per entrare in CONTRA TENEBRAS. Dentro ognuno può esprimersi facendo attività politica, allo scopo di proporre i propri ideali e le proprie soluzioni alla popolazione. Ognuno può compiere, sotto l’egida di CONTRA TENEBRAS, iniziative secondo le proprie attitudini e preferenze, in autonomia, con le disponibilità proprie e di CONTRA TENEBRAS. E’ con tale indipendenza che l’associazione potrà, tra le iniziative da essa realizzate, anche contraddirsi essendo promosse da militanti distinti, poiché l’associazione è sorta per seguire i soci che in essa vi militano, non viceversa, come accade nei partiti, dove sono i militanti che affannosamente devono seguire il partito. Tutto ciò può accadere in CONTRA TENEBRAS perché, come previsto espressamente dallo Statuto, la sua denominazione come pure le denominazioni che si daranno alle singole attività svolte, non potranno in alcuna maniera ed in alcuna situazione essere adoperate in ambito di competizioni elettorali. Ai nostri aderenti non è vietato far parte di movimenti politici, ma dentro CONTRA TENEBRAS, non vogliamo si creino meccanismi propri dei partiti dove fazioni ed arrivismi anche di piccolo cabotaggio, li dilaniano e dove, al posto di fare politica, dirigenti e militanti perdono il tempo con intrallazzi di corte, delegittimandosi a vicenda. Noi vogliamo fare vera e pura politica. Noi possiamo farlo perché lottiamo contro il consenso, proponendo il nostro dissenso, perché non dobbiamo occupare posti, con tutto ciò che ne consegue, perché noi non dobbiamo attingere dal grande deposito del consenso, noi andiamo ad attingere altrove, a trovare la LUCE.
Contra Tenebras ci invia la Carta di Vicenza, documento che riunisce associazioni maschili, antifemministe e di padri separati e che difende l'istituto della famiglia, quale società naturale fondante la comunità umana. Facciamo un cenno sui sottoscrittori che rappresentano, nell'ordine, vari "blog" esistenti su internet, come "Femdominismo" di Mauro Recher, "Forum Questione Marchile.org" di Cosimo Tomaselli e, su facebook, "Condizione Maschile e Antifemminismo" di Renato Dragonetti; associazioni di padri separati come la "GeSeF" di Elvia Ficarra, al momento unica donna aderente, ma che prevediamo non resti sola dato che sicuramente si aggiungeranno altri firmatari e firmatarie; associazioni maschili come il Movimento Maschile Italiano di Vincenzo Spavone, Uomini Beta di Fabrizio Marchi e Uomini 3000 di Rino Della Vecchia con Armando Ermini, ex Presidente dell'Associazione Maschi Selvatici; associazioni culturali come la nostra e Provita ONLUS di Antonio Brandi e Alessandro Fiore.
Le analisi elaborate da questi aderenti sono opposte alla comune versione che più spesso si sente su temi riguardanti i rapporti femmina/maschio, la sessualità, i rapporti coniugali, l'impostazione della famiglia e la legislazione sul diritto di famiglia. La Carta ha, quale origine, il convegno tenutosi a Vicenza nel dicembre del 2015 dal titolo "Parole degli Uomini sulla Famiglia e sull'Umanità", quando, in due giornate di lavori si sono succeduti undici relatori, tra i quali gli esponenti prima menzionati. In allegato si riporta integralmente il documento affinché se ne conoscano i contenuti.
Ecco la "carta di Vicenza"
Nella convinzione che la discussione e l'informazione delle tematiche maschili debba ispirarsi e rispettare i principi e i valori su cui si radica la Carta Costituzionale, le Associazioni,
gli Uomini e i Padri Separati, partecipanti al Meeting Nazionale di studi organizzato a Vicenza dall'Associazione Culturale Contra Tenebras sul tema "Parole degli Uomini sulla Famiglia e
sull'Umanità", condividono i seguenti princìpi ed intenti:
• la Paternità è un Valore per la Famiglia e la Famiglia, evocata dalla nostra Costituzione all'art. 29 (La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul
matrimonio), è il Valore fondante della nostra Società Italiana;
• il riconoscimento che il grande valore dell'esperienza maschile con i suoi inviolabili diritti devono essere non solo garantiti ma anche sviluppati, aiutando ogni essere umano a superare quelle condizioni negative che impediscono di fatto il pieno esplicarsi della propria personalità;
• tutte le istituzioni, nazionali ed internazionali, devono proteggere l'Infanzia e. la Gioventù e promuovere l'educazione .e l'adeguata crescita umana, nonché obbedire ai princìpi stabiliti dalla Convenzione 0.N.U. del 1989 sui diritti del bambino ed in particolare al suo Diritto alla Bigenitorialità;
• l'abbandono, da parte degli Uomini, delle antiche posizioni autolesioniste per affrontare a viso aperto le sfida dei nuovi tempi e per avviare il libero racconto della propria esperienza al fine di ricostruire il prestigio, il valore ed i diritti degli Uomini in Famiglia e nella Società affinché si apra un confronto benevolo ma schietto con l'universo femminile a beneficio delle disorientate nuove generazioni e del futuro dell'intera collettività;
• richiesta ai Governi ed alle Istituzioni di appropriate misure legislative, amministrative, sociali ed educative allo scopo di salvaguardare i DIRITII di tutti senza condizionamenti e discriminazioni di sesso, di proteggere i bambini da qualsiasi forma di sfruttamento e strumentalizzazione e di sostenere la Paternità e la Maternità quali insopprimibili valori sociali.
Le Associazioni e le persone che, in rappresentanza delle stesse Associazioni, sottoscrivono il presente documento si impegnano, nelle forme e nelle modalità più congeniali per loro, a farsi parte attiva per sensibilizzare Istituzioni, Enti, mezzi d'informazione e opinione pubblica in generale sul rispetto e la promozione dei principi, dei valori e degli intenti qui propugnati.
Vicenza, 15 dicembre 2015
I firmatari della Carta di Vicenza
“Guardatevi dai falsi profeti, i quali vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Voi li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie uva dalle spine o fichi dai rovi? Così, ogni albero buono produce frutti buoni; ma l'albero cattivo produce frutti cattivi”. Così recita il brano del Vangelo. È da associare alla china involutiva intrapresa dalla chiesa cattolica in questi ultimi anni. Non è un mistero che la blasfemia comunista si sia affermata già da molto tempo anche dentro i seminari che hanno formato e che formano tuttora i sacerdoti. Solo così è spiegabile la terribile vicinanza di pensiero dei sacri muri con l’apparato politico di sinistra. La lettura del comunicato pro-clandestini, fatta in alcune celebrazioni domenicali, tra le quali quella del duomo di Malo, ne è dimostrazione, ultima solo in ordine di tempo. E nelle stesse ore in cui a Malo la polemica infuriava si è venuto a sapere che un prete veronese si è sposato alle canarie con … il suo amico. Dunque questi sono i frutti, che sono da abbinare ai casi di pedofilia o di condotte morali incresciose che di volta in volta emergono dalle nostre parrocchie, dai nostri oratori, dai nostri patronati. Un sinistro sigillo è stato posto nella diocesi di verona che sembra proclamare il predominio della materia sullo spirito, della terra sul cielo. Ciò è apostasia, abbandono della fede. Mi aspetto un risveglio dei pochi veri fedeli e dei pochi veri sacerdoti rimasti che prendano e rimettano nella giusta corrente la direzione della Grande Nave varata da Cristo che ora si trova nella tempesta più tremenda della sua storia, sbattuta dall’idiozia post-comunista che vuole affermare il diritto alla sodomia e il diritto all’immigrazione
Articolo di Silvio Destro
“Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli. Giuda generò Fares e Zara…Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo”. Nell’inizio del Nuovo Testamento, corrispondente all’inizio del Vangelo di Matteo, viene attestato che, nella carne, Gesù Cristo proviene da Abramo e da altri 26 progenitori, ebrei della tribù di Giuda. Nel libro massimo da cui la cristianità dovrebbe alimentarsi sembrerebbe che il primo valore da tenere presente fosse dunque l’identificazione etnica. Facendo una rapida e semplice ricerca su “internet” viene definita etnia “comunità caratterizzata da omogeneità di lingua, cultura, tradizioni e memorie storiche, stanziata tradizionalmente su un determinato territorio”. Proviamo ora a riflettere come sia considerata l’identificazione etnica nella società occidentale contemporanea. Questa non è più un valore, vale a dire il legame dell’individuo con la propria comunità, coi propri genitori, coi propri avi, con la storia, la tradizione e con la propria terra non sono più riconosciuti. Si sono persi valori e già questo è oltremodo grave. Ma non è solo questo. Data la riduzione delle distanze permessa dalla tecnologia negli ultimi decenni abbiamo visto un fitto scambio etnico che ha generato figli, ad esempio, italo-anglosassoni, oppure franco-tedeschi, franco-algerini, franco tunisini, italo-eritrei, italo-etiopi, italo-sudanesi, arabi-italiani, arabi-francesi, arabi-svedesi, ecc. ecc.. Questi figli potrebbero conoscere e generare a loro volta figli con persone di origine slava o americana, in molti casi quest’ultima originata dall’incontro nativo, africano, anglosassone. Dato l’impressionante e continuo flusso immigratorio che pare realizzare una millenaria resa dei conti tra le razze australoide, negroide, mongoloide, amerindiode, con la caucasica (bianca) rimango in attesa di assistere ad una grande proliferazione africana in europa, chiedendomi quale identità possieda una creatura umana nata da una coppia italo-filippina, generata da due coppie, una italo-marocchina, l’altra ucraina-tedesca, a loro volta risalenti ad altre non determinate varianti. A me sembra evidente che questa indifferenziazione, incentivata e adorata da tempo immemore nei luoghi di determinazione del pensiero moderno (i responsabili sono sempre gli stessi tv, scuola, università, consigli pastorali, chiese, salotti, giornali, riviste, libri), serva per creare individui, senza tradizione, senza storia, senza cultura, senza terra, vale a dire senza riferimenti che lo possano salvare dalla fagocitante contemporaneità fondata dal disperato bisogno di materia, che sta togliendo ogni valore a tutti gli esseri umani, a qualsiasi etnia o combinazione etnica appartengano.
Articolo di Silvio Destro
Spesso mi accade di esprimere opinioni che all’interlocutore paiono essere in disaccordo con quelle sue, quando invece ne potrebbero essere spiegazione, completamento od evoluzione, venendo così frettolosamente respinte e catalogate come avversarie.
Sto meditando a cosa sia dovuto questo automatismo, che invero assistiamo ripetersi sistematicamente in tutte le reti di comunicazione e confronto, qualsiasi sia chi vi partecipi.
Una prima causa può essere la maniera con cui il tempo sia considerato nell’epoca contemporanea, con i suoi ritmi produttivi sfrenati e con le sue immani ritualità consumistiche che allo stesso modo fanno ingurgitare ed espellere concetti, informazioni e riflessioni.
Una seconda può essere dovuta all’impostazione plebiscitaria, tipica dei nostri giorni, che oltre a sembrare di avere esteso il potere a chiunque, ha sempre visto formarsi fazioni che sostengono bisogni e sentimenti immediati e viscerali, le quali ben presto, dopo la cattura del consenso, si difendono da idee e persone ritenute estranee, anche se non necessariamente antagoniste, respingendole, temendo una sorta di perdita del consenso, ma perdendo così un possibile contributo ad una più profonda comprensione dei motivi che hanno generato quei bisogni e quei sentimenti immediati e viscerali, precludendo anche il pieno e risolutivo successo a quella fazione che più rappresenta la comunità. Mi riferisco, per appiattirmi su temi di maggiore attualità, agli impulsi di separatismo territoriale, ai contrasti alle politiche immigratorie ed alla introduzione di protezioni economiche e di sicurezza.
Fatto sta che per queste e per altre ragioni ci troviamo in un perenne plebiscito anche quando non siamo chiamati alle urne.
Vorrei però mettere in guardia tutti perché, attraverso la superficialità o la saccenteria o con l’opportunismo o la collusione che possono giungere alla compravendita, chi veramente detiene il potere, cioè la finanza, ha buon giuoco, come sta facendo e come ha fatto nel passato, nel costruire alternative plebiscitarie che in realtà alternative non sono, bensì solo descrizioni, non modi di vita, differenti. Così ci viene propinata una sola medaglia della quale possiamo scegliere una delle due facce.
Molti sono gli esempi di queste finte alternative. In attesa che si svelino le prossime, Salvini, Di Maio, un presumibile (quanto da me inauspicato) redivivo Renzi, vorrei ricordarne due delle più recenti, come il centro-destra opposto al centro-sinistra con i suoi campioni, ora in pantofole, Berlusconi, Bossi, Bersani, Prodi. L’altra è tutta da svelare invece, almeno per chi ricorda e chi ha la mente sufficientemente aperta; è la fasulla e terrorizzante contrapposizione tra USA e URSS, che pareva morta e sepolta nel 1989 e che ora si sta restaurando con il grande carisma di Putin.
Articolo di Silvio Destro
Non so, o sarà oggetto di prossima riflessione, quale sia la fonte da cui il pensiero corrente abbia attinto per improntare il modello di vita contemporaneo occidentale tutto sbilanciato verso la soddisfazione, personale, del sé. Soddisfazione, intesa come materiale.
La ricerca del potere, senza giustizia; del profitto, senza etica; dei piaceri, smodati; della libertà, senza limiti; della conquista, senza confini; hanno quale radice la propensione indomabile verso la soddisfazione.
Sostiene questo modo di vita l’attuale rete finanziaria e bancaria ed il tema potrà essere trattato in un futuro intervento.
Tutti i mali del nostro tipo di società provengono da questa propensione, insana quanto più è portata all’eccesso.
Ma uno dei teoremi ineluttabili è “sempre si manifesterà qualcuno che…farà le scarpe al precedente calzolaio, con gli stessi mezzi e per le stesse ragioni”. Così, il despota sarà reso schiavo; il ricco che vorrà accaparrarsi sempre più danaro, sempre meno ne guadagnerà; il sazio vorrà provare sempre più grandi e nuove emozioni, trovando invece delusioni che aumenteranno le sue brame; stessa cosa accadrà al prepotente, si prenderà sempre più libertà sugli altri, venendo sempre più osteggiato; gli emigranti andranno sempre più lontano, senza raggiungere mai una terra che li accolga.
Ebbene, Darwin non ha ragione. Noi non ci siamo autocreati, noi non veniamo da una casuale mutazione evolutiva, e questa sarebbe altro capitolo da aprire, bensì siamo stati concepiti, cioè pensati da … Uno più grande di noi che ci conosce bene per aver fabbricato i nostri gangli costitutivi, fisici e metafisici, e sa che noi, prima di poter tendere alla nostra soddisfazione, non possiamo che essere…funzione.
Funzione, bestemmia per quest’epoca, attentato al cuore ad una delle false divinità adorate oggi: la libertà.
Catechizzare su questa verità gli uomini occidentali od occidentaleggianti risulta impresa ardua di cui attualmente non si vede proprio sbocco favorevole. Pare invece che per le donne la stessa proposta risulti addirittura offensiva e violenta. Eppure reimpiantare questa dolce convinzione nei nostri animi sarebbe il più insormontabile baluardo contro l’immigrazione e la programmata invasione allogena dell’europa.
Articolo di Silvio Destro
Della strage di Bologna sono state accusate tre persone, naturalmente pescate in ambienti sedicenti nazifascisti, sulla scorta di testimonianze false rese da personaggi controversi già condannati per mendacio, truffe o gravi delitti come il cosiddetto mostro del Circeo. Non riesco a concepire il livello di menzogna che copre le tante nefandezze di quest’epoca e di questo paese. Quando invece trapelano notizie che identificano le bombe esplose come di proprietà di terroristi palestinesi, che danno spiegazione della loro presenza in Italia grazie ad accordi ufficiosi tra governo e terroristi stessi e che portano quindi a pensare ad un’opera compiuta da servizi segreti di chissaddove. Ma tutto serve per mescere bevande antifasciste e per additare come autori, eccentrici nazifascisti che circolano nella stazione di Bologna sfidando il solleone estivo dell’Italia centrale in tipici ed autentici abiti tirolesi, magari gorgheggiando per farsi notare meglio. No Signori miei, sino a che non verrà fatta piena luce su questo e su tanti altri fatti, sino a che gli italiani saranno preda di meschine mistificazioni diffuse dagli organi mediatici di massa, nessun italiano potrà salvarsi da un destino che si delinea come molto fosco, nonostante l’attuale governo in carica a cui si può dare tuttavia incoraggiamento, rispetto e credito.
Articolo di Silvio Destro
Per comprendere l’articolo serve conoscere già che esista una sola “narrativa mediatica” censita dagli organi d’informazione più visibili, che risponda ad un “pensiero unico dominante”, che quotidianamente si dispiega su tutti, fondata sulla libertà, sulla democrazia, sul ”relativismo” e sul “politicamente corretto”. Diversamente per capirlo bisogna predisporre la mente ad accogliere la possibilità di punti di vista realmente alternativi. Gli aspetti da sollevare sono tantissimi, propri di questo tempo martoriato, quando l’umanità, quella autentica, è messa a dura prova da un pensiero che si è affermato e che purtroppo pare abbia messo radici profonde, oramai inestirpabili. Va solo sfiorato il pur importante capitolo del complotto, stile 11 settembre, all’interno del quale si può ipotizzare una regìa elaborata dai servizi segreti occidentali, capitanati dagli immancabili CIA e MOSSAD, che hanno adoperato l’ISIS, creatura degli stessi servizi segreti che allo stesso tempo la dotano di risorse, mezzi ed armi. L’ISIS recluta giovanotti e giovanotte, sparsi in tutto il mondo, musulmani per eredità filiale e mercenari per convenienza, se non per necessità, in un mondo in cui il lavoro non è più un valore da coltivare, né per sé, né, tantomeno, per gli altri, soppiantato in occidente dal “false-flag” del profitto, cioè la finanza e nei paesi in via di sviluppo dallo sfruttamento schiavistico del lavoro. Gli indizi possono far pensare ad un’azione terroristica architettata dai governi-ombra massonici occidentali, al fine di imprimere una potente accelerazione alla strategia della tensione finalizzata a preparare attacchi terroristici e bellici provenienti dal mondo islamico. Il primo che fa sorgere sospetti viene da una domanda spontanea: giova alla riuscita del gesto criminale, se gli autori vogliano avere più possibilità di farla franca, dirigere l’opinione pubblica verso una sedicente dichiarazione di guerra contro le democrazie da parte della jihad, rivendicando apertamente le ragioni dell’attentato con uno scontatissimo “allahu akbar”, lanciato nel bel mezzo dell’imboscata ? Come possono giovare i contatti con alcuni giornalisti intercorsi durante l’assedio messo in atto dalle forze dell’ordine ed i video realizzati prima dei fatidici fatti, messi a disposizione e trasmessi dai media per far vedere i colpevoli conclamati ? E’ mai possibile poi che i terroristi vengano ben presto identificati anche tramite il ritrovamento di documenti d’identità, perduti in modo maldestro da quegli esperti contractors, nonché terroristi conosciutissimi dalla Polizia ? E’ mai possibile che tali criminali sistematicamente o non si salvano dopo gli scontri a fuoco, o, comunque, non sono reperibili ? (come Hayat Boumedienne, scoperta quale facente parte del commando che attaccò il supermercato ebraico, misteriosamente scomparsa). Ciò su cui voglio orientare di più l’esame è sulle opinioni mosse e sollecitate dagli eventi drammatici, partendo da una riflessione sul giornale satirico Charlie Hebdo, “dato in pasto” ai terroristi. PREMESSE BLASFEME DI CHARLIE HEBDO Da noi, intendendo con ciò l’occidente, le voci che prendessero le distanze dal tenore ampiamente blasfemo delle vignette pubblicate dal settimanale satirico Charlie Hebdo, non si sono proprio levate, oppure sono state poche e poco commentate. Eppure i motivi perché si facessero sentire c’erano, ci sono e sono molto corposi, poiché il settimanale prosegue a dispensare il suo “pattume”. Come sappiamo, da noi, limitare una qualsiasi presunta libertà d’espressione, soprattutto se sporca e volta a delegittimare ciò che non è materia, costituisce un attentato ai valori della libertà e della democrazia, oggi imprescindibili per il comune sentire che è stato impiantato dentro le menti dei più. Ritengo invece che rappresentazioni che disprezzino delle icone religiose cattoliche (e con esse l’essenza) come Dio, Cristo, lo Spirito Santo e la Vergine non possono considerarsi frutto di libertà d’espressione, perché invadono e fanno scempio della libertà di quei pochi che ancora credono in ciò che in quella maniera blasfema è stato descritto. BELLA CIAO TORNA IN “HIT PARADE” Oltre a paventare ed a promuovere una “guerra santa”, dell’islam e dell’occidente allo stesso tempo, i fatti di Parigi sono tornati utili per una sorta di chiamata degli “alfieri” della libertà senza freni, per mostrare il loro netto predominio numerico e per escludere altri che si oppongono ai loro valori assolutistici ed insalubri. Bisogna dunque comprendere chi si antepone ai valori a cui sto facendo riferimento, contro la quale si muovono, a detta sempre dell’unica “narrativa mediatica” possibile, l’intolleranza, la teocrazia, l’autocrazia e con esse i nazionalismi, i fondamentalismi delle religioni, delle culture, delle lingue e dei generi sessuali. Nelle piazze in Francia nei giorni a seguire sono scesi, veniamo informati, due milioni di persone a manifestare. Intanto manifestare per difendere Charlie Hebdo significa in realtà difendere l’anarchia ed uno dei tanti “giullari” dell’ateismo, del blasfemo dio-uomo, del dio-sé, dell’anticristo. Quei due milioni, cantando bella-ciao, rappresentano il pensiero della società contemporanea, che vuole sembrare tollerante verso tutti, anche con le voci contrarie, ma così non è. Sappiamo che l’unico pensiero divulgabile sia quello della libertà (senza freni), del relativismo, della proto-anarchia, perché opinioni che vanno contro, o sono censurate, o sono relegate in minuscoli spazi, o, quando sono riportate, vengono descritte demonizzandole, facendole passare come una minaccia per l’attuale benessere, per l’attuale libertà assicurata a tutti. Così e solo così poteva formarsi una maggioranza così granitica e plebiscitaria. Tutte le scelte del nostro tempo sono compiute a seconda delle opinioni della maggioranza. Ma la maggioranza viene informata, educata, istruita, indottrinata dall’unico pensiero divulgabile, quello del relativismo. La maggioranza quindi è fortemente costruita. Non solo, pensate che le scelte compiute dalla maggioranza siano automaticamente giuste ? I più compiono scelte che sembrano dare loro una retribuzione in termini di benessere fisico e materiale nell’immediato, ma a lungo andare cosa possono provocare certe scelte ? Il benessere immateriale può essere secondo voi oggetto di valutazione da parte di una maggioranza e da una maggioranza informata, educata, istruita, indottrinata dall’unico pensiero divulgabile, quello del relativismo ? SCELTE DELLA MAGGIORANZA Per cosa ha sfilato quindi questa maggioranza “pecorona” ? Ha sfilato per giustificare le scelte operate da settant’anni a questa parte, che provengono da un unico sogno apparentemente benefico, tornando così a citare la libertà (senza freni) e la democrazia. Chi aspira con modi fondamentalisti a realizzare tali valori senza voler conoscere né ostacoli, né controindicazioni, non può ammettere Signorìe, tantomeno quella di Dio. Da ciò discende tutta la struttura di scelte innalzate a dogmi immodificabili. CONSEGUENZE DELLE SCELTE Ed i frutti di queste scelte quali sono ? Prima di tutto riflettiamo sul lavoro. Il lavoro venne ri-considerato, subito dopo il secondo conflitto mondiale, automatico sfruttamento perpetrato dai datori. Il supposto sfruttamento venne controbilanciato intanto con la tassazione: le imprese dovevano pagare le pensioni, tramite lo Stato, per assicurare un’anzianità serena ed agiata al lavoratore. Il risultato attuale è che l’imposizione applicata sul lavoro è tale da escludere assunzioni ed il ricambio generazionale dei lavoratori. Adesso mi metto a descrivere realtà proprie dell’Italia, conscio che gli altri paesi dell’unione europea stiano sulla medesima lunghezza d’onda. Lo sfruttamento doveva essere scongiurato anche dalla promulgazione di diritti; il risultato finale è che esistono lavoratori di serie A, coloro che hanno il contratto a tempo indeterminato, e lavoratori di serie B, coloro che hanno un contratto a termine e collaboratori che sono subordinati occulti (le partite iva), o che il contratto non ce l’hanno proprio. Cos’è divenuto poi il lavoro se non voto di scambio ? L’architettura democratica si presta a retribuire i voti con posti e cariche, private o pubbliche, alimentando gli sprechi, comportando ingiustizie attraverso l’applicazione di criteri ben lontani dalla valutazione degli effettivi meriti, assicurando carriere folgoranti a corrotti e collusi, che si mettono al servizio di poteri che rispondono ad interessi individuali ben distanti da quelli della collettività. Dove il lavoro c’è, perché sappiamo che tante imprese chiudono, esistono molti ambienti di lavoro che sono diventati dei “lagers” in cui i datori di lavoro, oppressi dalle imposte, dalla competizione globale e dai margini di reddito risicatissimi creano situazioni relazionali all’interno dell’aziende al limite dell’impossibile, che spesso comportano rapporti molto complicati tra gli stessi lavoratori. Possiede significato ancora più profondo il progressivo scollegamento del lavoro dalla diretta produzione di beni mediante il quale è stato possibile l’orientamento cieco verso la finanza, vista come più comoda via d’accesso alla ricchezza, che ha permesso la realizzazione della Grande Truffa della Moneta Privata, da cui derivano buona parte delle difficoltà economiche che l’attualità esperimenta. Questa concezione sta staccando il lavoro dalla fatica e dall’etica di Cristo che aveva soppiantato lo schiavismo, al quale stiamo tornando inconsapevolmente; basti pensare alla manodopera a bassissimo costo (in particolar modo in alcuni paesi del mondo), ma anche all’inesorabile calo di potere d’acquisto del salario medio rilevabile qui in occidente. Fa parte della stessa logica la bramosìa di arricchirsi senza tanti scrupoli, che sta prendendo molti. Prendo in esame poi la situazione della società: essa è completamente allo sfascio a causa dell’abbattimento dell’istituto tradizionale e naturale della famiglia. I figli sono le prime vittime di una lunga sequela che colpirà molte generazioni future. Molti coniugi separati, molto più frequentemente padri, si riducono in ambascie economiche molto dure. Non può che essere sottovalutata e sottostimata la conseguente mancata costituzione di famiglie atte alla procreazione, oltreché per le incertezze cagionate dalla contingenza economica anche perché tutti assistono ai tanti matrimoni falliti, con la conseguenza che piuttosto nascano coppie di fatto, dai legami molto labili e poco predisposti alla vita. Il decadimento demografico provoca una serie di problemi che viene strumentalmente sottovalutato dal pensiero unico dominante e questi sono: A. la spinta innovatrice dei giovani è insufficiente, abbiamo una società vecchia, stanca, demotivata, depressa e priva di prospettive; B. forza lavoro che non riesce a sostenere l’impegno previdenziale; C. necessità di ricorso alla forza lavoro proveniente dall’immigrazione da cui seguono salari in diminuzione, ricchezza che viene esportata dall’Italia attraverso le rimesse ai paesi d’origine e crescita della spesa pubblica sociale a causa del sostegno necessario agli stranieri ed alle loro famiglie. I risultati delle scelte del mondo occidentale si possono notare in particolare nell’etica individuale. Il relativismo ha colpito prima nella morale sessuale. Il concetto che il matrimonio sia promessa revocabile e sottoposta a test con cadenza giornaliera su un rapporto che possa essere interrotto in qualsiasi momento (magari previo avvio di altra relazione extraconiugale), si è affermato in maniera inestirpabile, prima nelle donne, ancor più che negli uomini, tuttavia anch’essi più rassegnati che persuasi. Poi sono divenuti prassi obbligatorie, a prezzo di essere bollati come pericolosi bigotti, i rapporti pre-matrimoniali, ben presto seguiti dai rapporti ad ore o post serata in discoteca. Le ragazze, nell’uso di anticoncezionali, ben presto raggiungono quantitativi industriali. L’aborto è oramai profilassi che non può essere negata per alcuna ragione. In tutta questa temperie, peggiorata dai rischi legali introdotti dalla normativa sul diritto di famiglia, lo sbocco al matrimonio pare una scelta inopportuna, non solo, anche inutile. Il ricorso al meretricio ed alla pornografia fanno da corollario arrivando a spostare volumi di ricchezza inusitate. Il crollo dell’etica negli affari va di pari passo. L’integrità e l’onestà devono essere filtrate dall’ideologia relativista che fatalmente provvede ad accantonarle tra le varie ed eventuali. Assistiamo all’espansione inesorabile dell’intreccio degli affari loschi con la politica, come pure alla corruzione che si è rovesciata nel settore pubblico ed al mega-furto operato attraverso stipendi, indennità, vitalizi e prebende pantagrueliche. La Massoneria, vero potere assoluto che pilota tutti i governi occidentali, almeno i più importanti, ha buon gioco nel acquisire tutte le personalità politiche, sin dal loro tesseramento alla rete partitica, assicurando successo a chi più si piega ai voleri massonici. Sotto, sotto, il popolino, dopo essersi sfogato al bar con scenate da leoni in pantofole, non può che elemosinare protezioni di vario genere ai potenti, non importa che si siano fatti con modalità eccepibili, essi saranno rispettati, ossequiati e, non solo, presi come modello a cui aspirare. Questa è la descrizione che faccio del mondo occidentale, un mondo fondato sul consumo sfrenato, sulla materia, sul sé e conseguentemente sul dio-uomo, che per giustificarsi e per autocelebrarsi si definisce paladino della pace attraverso la promulgazione del multiculturalismo e del “nuovo ordine mondiale”. DUE SOLI SCHIERAMENTI VISIBILI Nell’economia degli eventi accaduti appresso al 7 gennaio 2015 è inserita la contrapposizione del mondo occidentale, democratico, multiculturale e per queste aggettivazioni giudicato giusto ed unico credibile attore per la pace, contro il mondo islamico descritto con le caratteristiche opposte della teocrazia, automaticamente tacciata come autocrazia, e del monoculturalismo. Per la narrativa mediatica nostrana in Francia solo chi prendeva in mano con decisione la causa di Charlie Hebdo poteva sfilare ed allo stesso tempo ergersi quale campione della democrazia e del multiculturalismo e fronteggiare la minaccia terroristica e musulmana. La contrapposizione ammissibile per la pubblica opinione imposta può essere solo tra chi dice “je suis charlie” e l’ISIS. Pertanto se riflettiamo un po’ concludiamo che siano visibili solo due schieramenti, che ambiscono entrambi ad un Ordine Mondiale. La nostra gente tra i due chi preferirà ? Ovvio che non preferirà la violenza terrorista ed il gioco è fatto: rimane solo bella-ciao. INVISIBILI Secondo il “racconto ammesso” nessun diritto poteva spettare al Front National di Marine Le Pen, la manifestazione della quale è stata posta al di là delle “colonne d’ercole”, perché fautrice una visione politica della quale il mondo occidentale ha vergogna, come se fosse la moderna pestilenza: il nazionalismo. I nazionalisti devono essere invisibili, come i cattolici che non possono accettare la blasfemia di Charlie Hebdo, nonostante entrambi aborriscano la violenza del terrorismo. I Nazionalisti ed i Cattolici non possono che appartenere ad un Regno, quello degli invisibili. Invisibili che non possono che prendere atto di essere circondati da “pecoroni” e da “mangiafieno” affetti da relativismo, acuto, cronico ed incurabile. FINALE La recentissima vittoria in Grecia di TZIPRAS ribadisce il teorema. Anche il popolo greco, come gli altri, canta bella-ciao. Con TZIPRAS pensa di sconfiggere il “leviatano eurocratico”, salvo scoprire che l’eletto non sia altro che un altro agente della massoneria mondiale; questa tesi incrocerebbe con il dato della risalita della quotazione dell’euro sul dollaro che può realizzarsi solo con un evento che possa assicurare la stabilità degli equilibri di questa Unione Europea, come lo è stato con l’affermazione di TZIPRAS tramite il suo partito di estrema sinistra SYRIZA. Le prospettive di mutamento generale d’opinione non esistono e con esse non esistono possibilità che l’occidente si tolga dalle pastoie in cui si ritrova inconsapevolmente. Il destino dell’occidente è segnato ed al momento non mi sembra che nulla possa scaturire per salvarlo.
Articolo di Silvio Destro